giovedì 3 luglio 2008

Il rinascimento spirituale dell'Alchimia


Ci siamo fatti un'idea sbagliata del periodo rinascimentale. E' stato un immenso laboratorio virtuale di idee filosofiche e spirituali che venivano poi "riprodotte" e "ricodificate" in immagini.

Dante è stato un pioniere nel riscoprire i percorsi di trasformazione dell'anima in coscienza morale e intelletto spirituale (il nous aristotelico), già sperimentati dall'alchimia orientale.

Gli artisti che operarono a stretto contatto con la gnosi francescana, vera e propria alchimia religiosa dell'anima, impararono ben presto a rivalutare gli scritti degli abati cistercensi vissuti tra l'11° e il 12° secolo, eredi invece dell'Arte Alchemica araba.

Ne venne fuori un complesso e articolato schema di proiezione dei sentimenti mistici dell'anima nelle figure cardine di Maria, della Vergine e della Madonna, considerati i tre stadi di trasformazione della materia psichica di matrice femminile (Transitus Mariae è un testo arabo del VII secolo dopo Cristo).

E' comprensibile che oggi i nostri sensi siano incapaci di cogliere gli elementi di verità trasmessi dai nostri artisti più celebri. Secoli di repressione, censura e indottrinamento cattolico ci impediscono di percepire un diverso modo di intendere l'esperienza umana, esistenziale, religiosa e spirituale.

E' paradossale che nella cultura occidentale ci siano più esperti di filosofia orientale, tantrica, buddhista o zen, che esperti di filosofia cristiana, come se il cristianesimo non fosse stato, in primis, una vera e propria filosofia dell'incarnazione dell'intelletto alchemico (il Figlio) nel cervello (il Padre).

Siamo così succubi del dogmatismo intellettuale papalino che nessuno ha più azzardato a considerare il Vangelo un testo alchemico. Eppure Bosch, Leonardo, Caravaggio e Velazquez avevano fatto intendere che Cristo era morto sulla croce per risorgere a un diverso stato di consapevolezza, comprensione e coscienza di sé.

La favola del Cristo alchimista è stata ricacciata nel subconscio collettivo e solo ogni tanto, di solito ogni 110 anni, avviene un significativo fenomeno di riscoperta dell'autentica identità umana e spirituale che origina dall'alchimia dei sentimenti corporei

Al cospetto delle infinite ingiustizie che siamo costretti a subire per colpa di istituzioni prive di qualsiasi morale cristiana (Pilato), l'Anima Occidentale (Cristo) non può che farsi flagellare e infine crocifiggere dalla prepotenza e dall'arroganza dei più forti. Da duemila anni la teocrazia cattolica sostiene la Legge dei più furbi e scaltri (pubblicani), dei più dotti e informati (scribi) e dei più falsi e bugiardi nel dire una cosa e nel compierne di nascosto un'altra (i farisei).

Credo che anche Durer sia giunto ad elaborare un giudizo morale sui contemporanei non dissimile da chi osserva la Realtà della politica italiana di adesso. Intorno a Gesù dodicenne, intento a spiegare i cinque stadi di trasformazione della Materia nella comprensione di Cristo (sla Quinta Materia), Durer dipinge le abberranti facce di coloro che dovrebberio ispirare la vita pubblica, culturale (religiosa) e politica. Non credo ci sia bisogno di ulteriori commenti.

venerdì 20 giugno 2008

La Nascita dell'Arte Alchemica


L'Arte nella sua forma naturale si configura come una tecnica (karmamudra) in grado di sviluppare una reale conoscenza di sé (Jnanamudra). L'approccio creativo alla vita scaturisce dal bisogno spirituale di conoscere Dio e, per riflesso, se stessi (uomo a immagine a somiglianza del Padre/Conosci te stesso e conoscerai Dio). L'arte alchemica, a differenza della vita reale, non ha inizio con l'azione, ma con l'immaginazione creativa, che parte essa stessa da un'accettazione e valutazione della realtà. Il suo intento non è quello di rendere la Realtà conforme alle proprie illusioni, ma di comprenderla meglio, (e per Realtà si intende sempre il filo rosso che collega la realtà interna e quella esterna), così da arrichire l'esperienza che se ne ha. L'arte arricchisce l'esperienza di sé in rapporto al mondo nel momento in cui l'espressione creativa (karmamudra) individua una situazione di vita reale che attraverso la conoscenza simbolica (Jinanamudra) viene esperita più significativamente e più soddisfacemente.
Ad esempio: dipingere un vaso di fiori (realtà emotiva) o una natura morta (realtà riflessiva) acquista un valore significativo se diventa un esercizio di proiezione delle sensazioni, delle emozioni e dei sentimenti nei colori, nelle forme e nella composizione.


Nell'arte indiana esiste un corrispettivo più immediato. Il danzatore attualizza il dramma della sua vita; egli presenta una serie di immagini -base che, nella loro combinazione, rivelano una immensa varietà di situazioni la cui'incarnazione' visibile è costituita dal danzatore stesso. La realtà si manifesta attraverso immagini suscitate dai movimenti e dai gesti del danzatore/artista.
L'accento sul ritmo/colore e il movimento/forma
è parimenti ravvisabile nella scultura indiana. Le curve sinuose delle vite snelle e degli opulenti fianchi e seni dei nudi e seminudi femminili ci invitano a partecipare alla vita delle sue figure, il che costituisce una esperienza sia intuitiva che intellettuale. La loro "forza" non è assolutamente nella bellezza o contenuto estetico, ma nel contenuto concreto a cui rimandano attraverso il gioco dei simboli di unione e integrazione delle energie maschili e femminili. Perciò i tantrici non parlano mai di contenuti estetici, ma di "rasa", 'linfa vitale', comprendente ciò che noi separiamo in sentimento, emozione, significati, valori. L'arte alchemica è tale quando trasmette il "rasa", la linfa vitale capace di accendere nello sguardo del fruitore un interesse che travalica ogni tentativo di concettualizzazione o di comprensione razionale. Il senso di stupore e di meraviglia è sempre suscitato dalla "bellezza enigmatica" che si presenta "nuda" al mondo e non si "rappresenta". L'Arte Alchemica (la Venere di Botticelli) è "presentazione" e non "rappresentazione". Emerge dalle acque profonde (le emozioni dell'anima) sopra la vulva di una conchiglia (le riflessioni dell'anima) priva di vestiti (concetti, ideologie, sovrastrutture filtrate dall'intelletto), presentando se stessa per quello che è, e cioè arricchita di quella linfa vitale (la lunga treccia di capelli rossi) che appartiene di diritto all'opera alchemica di trasformazione dell'energia sessuale in amore, creatività e coscienza di sé (la treccia giunge fino al pube).

Essendo una "presentazione" di sé, priva di ogni pretesa di "rappresentare" una realtà o un pensiero sia esso spirituale o sociale, l'arte alchemica può aprirci gli occhi al mondo reale (una delle Ore si appresta ad accoglierla nel momento dell'approdo a terra) in modo tale che ci sembra di vederlo per la prima volta nella sua novità primèva, originaria. La sua presenza stessa nel mondo materiale è qualcosa di paradossale, perché è qualcosa e nulla allo stesso tempo.
Chi non percepisce il rasa non può comprenderla, mentre chi coltiva dentro di sé il senso di sé psichico (Aura) e mentale (Zefiro) "soffia" verso questa forma di autoespressione dell'anima che è, per sua natura, purificatrice e generatrice di nuova linfa.

L'Arte diventa alchemica quando l'anima "presenta" se stessa con umiltà e devozione. "La presentazione di Maria al tempio" è il passo successivo. Sullo sfondo del dipinto realizzato da Botticelli, si intravede una Venere nuda, fiammeggiante di linfa vitale.