venerdì 20 giugno 2008

La Nascita dell'Arte Alchemica


L'Arte nella sua forma naturale si configura come una tecnica (karmamudra) in grado di sviluppare una reale conoscenza di sé (Jnanamudra). L'approccio creativo alla vita scaturisce dal bisogno spirituale di conoscere Dio e, per riflesso, se stessi (uomo a immagine a somiglianza del Padre/Conosci te stesso e conoscerai Dio). L'arte alchemica, a differenza della vita reale, non ha inizio con l'azione, ma con l'immaginazione creativa, che parte essa stessa da un'accettazione e valutazione della realtà. Il suo intento non è quello di rendere la Realtà conforme alle proprie illusioni, ma di comprenderla meglio, (e per Realtà si intende sempre il filo rosso che collega la realtà interna e quella esterna), così da arrichire l'esperienza che se ne ha. L'arte arricchisce l'esperienza di sé in rapporto al mondo nel momento in cui l'espressione creativa (karmamudra) individua una situazione di vita reale che attraverso la conoscenza simbolica (Jinanamudra) viene esperita più significativamente e più soddisfacemente.
Ad esempio: dipingere un vaso di fiori (realtà emotiva) o una natura morta (realtà riflessiva) acquista un valore significativo se diventa un esercizio di proiezione delle sensazioni, delle emozioni e dei sentimenti nei colori, nelle forme e nella composizione.


Nell'arte indiana esiste un corrispettivo più immediato. Il danzatore attualizza il dramma della sua vita; egli presenta una serie di immagini -base che, nella loro combinazione, rivelano una immensa varietà di situazioni la cui'incarnazione' visibile è costituita dal danzatore stesso. La realtà si manifesta attraverso immagini suscitate dai movimenti e dai gesti del danzatore/artista.
L'accento sul ritmo/colore e il movimento/forma
è parimenti ravvisabile nella scultura indiana. Le curve sinuose delle vite snelle e degli opulenti fianchi e seni dei nudi e seminudi femminili ci invitano a partecipare alla vita delle sue figure, il che costituisce una esperienza sia intuitiva che intellettuale. La loro "forza" non è assolutamente nella bellezza o contenuto estetico, ma nel contenuto concreto a cui rimandano attraverso il gioco dei simboli di unione e integrazione delle energie maschili e femminili. Perciò i tantrici non parlano mai di contenuti estetici, ma di "rasa", 'linfa vitale', comprendente ciò che noi separiamo in sentimento, emozione, significati, valori. L'arte alchemica è tale quando trasmette il "rasa", la linfa vitale capace di accendere nello sguardo del fruitore un interesse che travalica ogni tentativo di concettualizzazione o di comprensione razionale. Il senso di stupore e di meraviglia è sempre suscitato dalla "bellezza enigmatica" che si presenta "nuda" al mondo e non si "rappresenta". L'Arte Alchemica (la Venere di Botticelli) è "presentazione" e non "rappresentazione". Emerge dalle acque profonde (le emozioni dell'anima) sopra la vulva di una conchiglia (le riflessioni dell'anima) priva di vestiti (concetti, ideologie, sovrastrutture filtrate dall'intelletto), presentando se stessa per quello che è, e cioè arricchita di quella linfa vitale (la lunga treccia di capelli rossi) che appartiene di diritto all'opera alchemica di trasformazione dell'energia sessuale in amore, creatività e coscienza di sé (la treccia giunge fino al pube).

Essendo una "presentazione" di sé, priva di ogni pretesa di "rappresentare" una realtà o un pensiero sia esso spirituale o sociale, l'arte alchemica può aprirci gli occhi al mondo reale (una delle Ore si appresta ad accoglierla nel momento dell'approdo a terra) in modo tale che ci sembra di vederlo per la prima volta nella sua novità primèva, originaria. La sua presenza stessa nel mondo materiale è qualcosa di paradossale, perché è qualcosa e nulla allo stesso tempo.
Chi non percepisce il rasa non può comprenderla, mentre chi coltiva dentro di sé il senso di sé psichico (Aura) e mentale (Zefiro) "soffia" verso questa forma di autoespressione dell'anima che è, per sua natura, purificatrice e generatrice di nuova linfa.

L'Arte diventa alchemica quando l'anima "presenta" se stessa con umiltà e devozione. "La presentazione di Maria al tempio" è il passo successivo. Sullo sfondo del dipinto realizzato da Botticelli, si intravede una Venere nuda, fiammeggiante di linfa vitale.

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